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Prefazione Elena Sofia Ricci

Conobbi Daniele che ero poco più che una ragazzina.19 anni. Da poco mi ero diplomata al liceo classico, da sempre desideravo vivere su un palcoscenico.

 

Credo che questa passione ci abbia molto unito insieme alla testardaggine, la caparbietà, la tenacia e una certa dose di umiltà che, assieme all’auto ironia, probabilmente ci hanno salvato nella vita.

 

Il primo ricordo preciso che ho di Daniele ci colloca nel teatrino delle Muse a Roma durante i provini che Mario Scaccia e il regista Marco Mattolini facevano per cercare la giovane attrice che avrebbe dovuto interpretare Agnese né La scuola delle mogli di Molière. Da quel giorno Daniele è diventato un fratello. Il fratello maggiore che avrei sempre voluto avere. 

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Nonostante la vita ci abbia separati ogni tanto, nel profondo e nel concreto Daniele ed io non ci siamo mai persi soprattutto nei momenti di difficoltà ci siamo sempre stati l’uno per l’altra. Daniele è stato, non solo un fratello per me, ma anche un maestro.

 

Ricordo quando nella cantina di via dei quattro cantoni, al Griggion Club mi faceva sdraiare per terra e mi metteva gli elenchi del telefono e le pagine gialle sulla pancia perché facessero peso per aiutarmi a capire come usare il diaframma e imparare così ad usare meglio la voce. Ero acerba e la mia voce era fragile…   sottile… Ricordo quegli anni, i primissimi anni ‘80, con grande tenerezza e nostalgia in quella cantina umida. Tanti ragazzi pieni di sogni, passioni e speranze.

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Con Daniele abbiamo conservato questo spirito per tutta la vita: siamo ancora un po’ quelli del Griggion Club e questo fa di entrambi due inguaribili sognatori.

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            Questo romanzo è un dono molto importante, non solo per noi attrici e attori, ma per tutti i giovani che vogliano iniziare a fare questo mestiere e anche per tutti quelli che vogliano affrontare il percorso professionale della loro vita, con impegno e passione. Lo stile asciutto, sincero, generoso e ironico con cui Daniele ci consegna la sua vita, fa di questo romanzo autobiografico un piccolo gioiello sulla storia del teatro e del mondo dello spettacolo di almeno quarant’anni; il ritratto di un uomo, un artista, un attore appassionato e fragile come ciascuno di noi.

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Grazie Daniele mi hai fatto tornare indietro di oltre quarant’anni.

Grazie per la tua purezza d’animo e di cuore. Grazie per averci fatto capire che anche quando si pensa di non essere “abbastanza “o di non avercela fatta, in realtà ce la si è fatta! Perché siamo stati sinceri, appassionati, trasparenti e soprattutto onesti con sé stessi! Senza mollare mai! Mai! Grazie.

Elena Sofia 

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