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Prologo

Sono un Attore. Uno di quelli che pochi conoscono e nessuno riconosce per strada. Ma uno che di cose ne ha fatte e tante. Teatro, televisione, regie e cinema: cinquant’anni anni di avventure e aneddoti da raccontare, da ricordare, tante persone famose e non da ricordare e la profonda e assoluta necessità di non dimenticare. Non sono uno stravincente, ma nemmeno un perdente. Ho vinto e perso come succede nella vita.

 

Una vita che ho voluto con tutte le mie forze fin da quando ero bambino. Che ho ottenuto e vissuto con una totale e costante intensità. Non ho realizzato tutti i miei sogni, ma ho provato e rischiato, lottato e vinto, lottato e perso. Non ho rimpianti o frustrazioni, ma la coscienza che tutto quello che mi è capitato è perché io l’ho voluto e cercato, io e soltanto io sono il responsabile della mia vita, io e soltanto io.

 

Non ho mai avuto niente facile e tantomeno gratis, tutte le volte, tutte le volte, tutte le volte mi sono dovuto fare in quattro per ottenere ciò che volevo: e quando ci sono riuscito ho provato emozioni fortissime, ho toccato più volte il cielo con un dito, ma tante altre volte ho sofferto e penato sprofondando nella più cupa disperazione. Ho pensato anche al suicidio, per fortuna da attore però. Non ho mai creduto alla fortuna o alla sfortuna, ma solo alla capacità che ognuno ha di saper leggere e capire sé stesso in relazione alla realtà che lo circonda, in relazione alle cose che vuole ottenere. Più sai chi sei, più ottieni ciò che vuoi. Meno ti conosci, più errori fai. Io di errori ne ho fatti tanti. Ho pagato, sto pagando e probabilmente pagherò fino alla fine.  C’è una logica, per quanto assurda a volte, in tutto quello che ci accade.

Quante volte mi sono chiesto il perché di quello che mi accadeva, e non avevo risposte, quelle arrivavano dopo, magari anni più tardi e, all’improvviso, in un attimo tutto si ricomponeva e aveva una logica. Ripeto: non ho mai creduto alla fortuna o alla sfortuna e di tutto quello che mi è successo e vissuto, nel bene e nel male, l’unico responsabile sono sempre stato solo io. Sono un insicuro, un istintivo e permaloso! Non ho certezze, ma solo sensazioni, il più delle volte sbagliate. Non ho certezze, ma spesso mi esprimo come se le avessi, per coprire il fatto che non le ho. Sono, insomma un Artista, un Attore.

Voglio raccontare una storia che non è solo la mia, ma quella di chiunque voglia lottare per realizzare i propri sogni. La voglio raccontare per non dimenticarla, sperando che, nello sforzo di ricordare, possano riaffiorare anche momenti dimenticati, cancellati o rimossi. Come, per esempio, la voce di mio padre. Che non ricordo, che non ricordo, che non ricordo. E la voglio raccontare perché il mondo teatrale in cui ho vissuto è scomparso, non c’è più. All’epoca ci si lamentava di tante cose, ma se penso alla condizione degli Attori e delle Attrici di oggi non posso che ammettere di aver vissuto e lavorato in un bel periodo.

Nel gioco della mia vita ho sempre fatto 12 anche 12 e 50 mai 13. Ma continuo a giocare.

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